Questa newsletter non parlerà di stile, ma di tendenze. Perché quest’anno lo stile lo determinerà solo chi saprà rispondere a queste domande di tendenza!
FLUID o NON FLUID, questo è il dilemma
Come sarà la stagione invernale? Il concetto di fluido non è affatto scontato.
Fluido non significa liscio, sciolto e scorrevole, anzi significa strategico, frammentato e multiplo.
Un fluido è capace di affrontare gli ostacoli, i cumuli di problemi che dovremo superare questa stagione; un liquido, dividendosi in tante piccole particelle, riesce ad insinuarsi nelle crepe dei muri che gli si ergono di fronte e riesce a passare.
Sarà quindi una stagione FLUID, come suggerisce la direttrice artistica Elisabetta Scarpini, nel senso che riusciremo a farcela anche questa volta, dividendoci e inventando molteplici soluzioni per ritrovarci dall’altra parte della barricata e ricomporci in un futuro più fluido.
Questo inverno sarà un inverno frenetico, lunghe attese delle materie prime e dinamiche battaglie per avere i campioni in tempo per le sfilate. Maglieria sperimentale, capi senza cuciture e macchinari multi finezza per affrontare, nel modo più creativo e stimolante, un inverno di incertezze.
Essere fluidi è l’unico modo per superare un ostacolo, senza scontrarsi con la dura realtà!
OUTDOOR o INDOOR?
Quali collezioni dobbiamo disegnare? Saremo liberi di uscire ed andare a sciare, camminare nei boschi e passeggiare tra le strade di New York o saremo di nuovo chiusi nei nostri salotti ed arroccati sui tavolini della camera da letto?
Il comodino è stato il nostro migliore amico per la passata stagione e, insieme al tavolo della cucina, si è trasformato nella nostra nuova postazione di lavoro. Ora però l’emergenza è passata, siamo vaccinati o immunizzati e ci siamo anche tutti trasformati in arredatori scandinavi ed abbiamo le case più eleganti del millennio.
Una conseguenza diretta del cambiamento ambientale è certamente il nostro cambiamento stilistico. Mai più senza una linea casa in maglia, ma addio effetto sformato e slabbrato dei filati senza anima, grandissima scelta quest’anno di lane elasticizzate e filati a fibre lunghe. Il punto tuttaghi è un nuovo must. Tempi di smacchinatura lunghissimi, quindi meglio iniziare a disegnare le collezioni prima di ricevere i filati!
Non solo pantaloni in maglia ma anche short, vestiti, gonne e camice! La camicia in maglia e la polo in maglia sono il nuovo confort. Perfette in filati tecnici che le rendono più moderne rispetto alle tradizionali polo in puro merinos extrafine. I colli in maglia, grazie alle più moderne tecniche di smacchinatura, perdono le loro forme impostate e monocromatiche e diventano moderni con scritte in jacquard e con righe di colore a contrasto. La zip è il nuovo bottone!
CASHMERE o MERINOS?
Se per il prossimo inverno utilizzassimo solo il cotone? Non me ne vogliano le filature ma non possiamo subire i ricatti della borsa del cashmere e vedere le nostre vendite bloccate a causa di un esorbitante costo delle materie prime! Di fronte alle difficoltà gli stilisti creano! Ed ecco all’orizzonte maglioni davanti in cashmere e dietro in cotone, maglioni in cashmere con righe alternate ad altre composizioni!
Il merinos lo lavoreremo garzato, grattato, cardato, il 100% shetland riemerge dai bauli del vintage in nuovi colori e con nuovi trattamenti di garzatura.
STOCK SERVICE o VASCA MINIMA?
Lo stock service è scomparso. Solo pochissime aziende con alle spalle anni di successi consolidati sono in grado di fornire in questo momento garanzia di continuità. Queste filature vanno premiate e sostenute nella scelta dei loro filati. D’altro canto i filati non più in stock service sono destinati a subire dei forti rallentamenti di utilizzo,perché non è il momento per i brand di portarsi a casa stock di filati a campione. Quale soluzione stilistica trovare? Ricominciamo a lavorare le collezioni coordinate di donna e uomo, utilizzando gli stessi filati! Collezioni genderless per ottimizzare i bagni di colore!
ALPACA o MOHAIR?
Pensavamo che l’alpaca garzata potesse sostituire definitivamente il mohair, ma non è possibile. E’ come decidere di smettere di bere caffè e passare al the , non sono interscambiabili. L’alpaca ci ha conquistato, grazie alla crisi del mohair le collezioni di alpaca ora sono bellissime, spinte fino all’avanguardia nelle lavorazioni e nei trattamenti. Ma l’alpaca rimarrà sempre un prodotto meno lucido, meno leggero e meno brillante rispetto al mohair. Quindi, a qualsiasi costo, rientra il mohair certificato sia nelle mischie più nobili del KID MOHAIR che nelle mischie più comuni, ma vale la pena certificare anche il mohair più ordinario perché senza mohair non può esserci una vera stagione invernale nei colori pastello come si preannuncia!
RICICLATO o BIOLOGICO?
Biologico significa investire in un nuovo ciclo di consumo con un diretto miglioramento delle condizioni di lavoro di tutto l’indotto e con un’enorme diminuzione dell’impatto ambientale. Riciclato significa rimettere in circolo il prodotto già stoccato, ridurre al minimo lo spreco ma a discapito di collezioni di lunga durata di qualità. Dilemmi importanti che solo gli stilisti possono risolvere in un sapiente equilibrio nell’uso dei materiali. Trecce e punti chiusi da realizzare con filati riciclati e finezze sottilissime e leggere a diretto contatto con la pelle.
ACRILICO o POLIAMMIDE?
La chiusura della Montefibre risale a 4 anni fa e da allora una rivoluzione silenziosa si è fatta strada ma il cambiamento era solo sussurrato, mai chiaro.
E così gli stilisti ne hanno colto solo l’incertezza e non la strategia.
Ora non possiamo più usare l’acrilico per le nostre collezioni, cosa dobbiamo usare?
Anche se stiamo parlando di fibre con prestazioni completamente differenti, la poliammide riciclata è davvero il filato da tener sott’occhio perchè vedrà nelle prossime stagioni una forte evoluzione.
Concept by Italian Style Lab