Quali sfide dovranno affrontare i brand e le PMI del fashion system per superare la crisi e farsi trovare pronti ai cambiamenti internazionali in atto?
by Superzoom Academy
La moda italiana sta ripensando il suo modello alla sostenibilità, alla digitalizzazione e all’internazionalizzazione, leve ormai strategiche nelle scelte delle aziende di moda e che non coinvolgono più soltanto il prodotto ma l’intero ecosistema di un brand. Oggi più che mai ci si interroga su quali saranno i nuovi scenari della moda italiana anche alla luce di una situazione economica e sociale complessa come quella auspicabilmente post pandemica.
I brand e le PMI del fashion system devono perciò ben mettere a fuoco le sfide da affrontare per superare la crisi e farsi trovare pronti ai cambiamenti internazionali già in atto.
I punti cardine che si sono ulteriormente consolidati in questi ultimi due anni, ma che erano già emersi ben prima della diffusione della pandemia, riguardano una nuova coscienza orientata alla sostenibilità nella sua triplice dimensione Economica, Etica ed Ecologica. Trasversalmente a ciò si afferma anche un nuovo codice di comunicazione che sta cambiando le dinamiche di rappresentazione.
Per quanto riguarda la dimensione delle tre ‘E’, le aziende si stanno concentrando sui nuovi modelli di B Corporation in modo da bilanciare il naturale interesse verso il profitto con l’etica e il rispetto ambientale, inaugurando così una nuova filosofia corporate più sostenibile.
Relativamente ai nuovi codici di comunicazione, l’ottica ‘phygital’ sta modellando i nuovi approcci alla presentazione e alla rappresentazione del prodotto moda, suscitando anche a un ripensamento dei format delle fiere e delle fashion week così come le abbiamo conosciute sino ad ora.
Inoltre, la crescente digitalizzazione dei processi produttivi rende oramai inevitabile l’adozione e l’approfondimento di tecnologie blockchain per certificare la filiera in un’ottica di trasparenza e sempre maggiore sostenibilità.
L’altro fronte chiave su cui si metterà alla prova la capacità competitiva delle imprese Made in Italy è l’internazionalizzazione, due sono gli aspetti primari: l’attenzione crescente da parte dei player internazionali verso le piccole e medie imprese e i nuovi modelli di aggregazioni produttive che stanno raccogliendo l’interesse dei fondi di investimento.
L’insieme di tutti questi fattori così dinamici ed interconnessi costituirà il vero banco di prova per la tenuta strutturale del Made in Italy.