“La verità di domani si nutre dell’errore di ieri.”
Antoine de Saint-Exupéry


La storia umana è un misto di progresso e di ripetizione, siamo decisamente in una fase di grande progresso ma al contempo stiamo ripetendo gli stessi errori. Ci avviciniamo ad una velocità supersonica al totale inquinamento da microplastiche di tutte le acque del mondo. E mentre andiamo a cercare l’acqua potabile su Marte dobbiamo mettere al più presto un freno all’origine dell’inquinamento.
Winston Churchill nel 1956 proclamò il Clean Air Act per bloccare l’uso del carbone come combustibile industriale. Non dobbiamo aspettare che sia il Parlamento Europea ad intervenire per ridurre l’impatto inquinante delle nostre fibre tessili? Imparando dalla storia dovremmo aver compreso che il cambiamento deve avvenire al più presto prima della rivoluzione che comporta perdite sociali ed economiche devastanti? Invece di fare estenuanti test di pilling che non fanno altro che confermare il generale aumento della degradazione delle fibre e delle materie prime e che ormai è un fatto assodato, introdurrei un’analisi dell’impatto inquinante delle fibre durante il lavaggio domestico e senza ulteriori indugi eliminerei ogni fibra inquinate come l’acrilico, il poliestere e l’elastan.
Di fatto in questa stagione si salva solo la poliammide riciclata, e le direzioni marketing, ancora prima delle direzioni artistiche, hanno compreso l’importanza della comunicazione dell’impatto ambientale della fibra al di là dello stile del prodotto.
Ed eccoci, fuori collezione, a studiare un valido sostituto per i quintali di merinos acrilico che abbiamo sempre utilizzato in abbondanza per le collezioni uomo, donna e bambino. Abbiamo bisogno di fibre sane, che non nuocciano a noi ed a nostro ambiente, ma anche fibre resistenti perché , pur avendo tutti studiato la storia, non riusciamo a non commettere gi stessi errori del passato e ci siamo trovati coinvolti in una guerra alle risorse ed alle materie prime che vedrà i mercato affrontare una grande crisi economica ed un generale contenimento dei prezzi.


Torniamo a produrre nel modo più tradizionale e con i macchinari a maggiore resa al minuto, ed è la nuova rinascita dei telai Bentley Cotton e telai Monk e Sheller. Produrre gli stessi quantitativi ma in minor tempo. Maggiori teste coordinate, ma che non implica una maggiore circolazione di idee invocative!
Cosa succede alle fibre? La poliammide riciclata prende il posto dell’acrilico. La classica composizione 50 lana 50 acrilico viene sostituita dal 50 lana 50 poliammide riciclata.
Ma anche le fibre più pregiate fanno ricorso a delle inserzioni di poliammide per avere un’interpretazione delle fibre più lussuose ad un prezzo più abbordabile ma anche con un aspetto innovativo.
Arrivano quindi i cashmere poliammide, i mohair poliammide e le lane alpaca poliammide, e perché non le mohair, seta poliammide!
Il tradizionale titolo 2/28 lascia spazio ai più corposi e voluminosi 2/26.
Ed anche il classico 5500 nm si lascia sedurre da un più sinuoso 5200 nm, che grazie alla poliammide acquista un carattere più croccante e carnoso.
La fibra che torna rinvigorita dalla nuova contingenza storica è la classica lana shetland et il lambswool 80/20 che grazie alle nuove tecnologie assumono nuovi volumi, nuove texture e nuove consistenze. Ma di questo non possiamo parlarne così velocemente, le novità sono così importanti che ne dovremo parlare nel prossimo articolo!
Words by Italian Style Lab